Paura paralizzante
La mamma ha paura. Essendo oggetto diretto e reale della violenza, e forse regolarmente minacciata, le risulta difficile valutare le conseguenze nel caso intendesse decidersi per una separazione. Verrebbe quest’ultima intesa come provocazione e genererebbe ulteriore violenza? Cosa succederebbe se lui la seguisse? In questo stato di paura le sembrerà spesso più ragionevole rimanere in questa situazione senza reagire.
Paura esistenziale
Dove dovrebbe andare la mamma? Spesso manca il denaro per una nuova abitazione, per finanziare un nuovo inizio. Per potersi dedicare alla famiglia, molte donne non hanno un lavoro a tempo pieno e di conseguenza sono finanziariamente dipendenti.
Speranza
La violenza può anche essere una forma di manipolazione. Un alternarsi di minacce e rappacificamenti, promesse che “non succederà mai più”. Scuse e spiegazioni. Di nuovo violenza. Qual è il momento giusto per uscire dalla situazione? L’uscita potrebbe essere forse interpretata come “rassegnarsi”, “gettare la spugna”, negando qualsiasi opportunità di una serena vita famigliare? La speranza che tutto migliori, a patto di lottare, porta la madre a non sottrarsi alla situazione.
Preoccupazione
Se ora la mamma andrà via, chi sarà dalla sua parte e ne appoggerà la decisione? Le donne si vedono spesso accusate e condannate per non avere fatto abbastanza, o tutto, per la felicità della famiglia. La decisione di andarsene, vien vista quale abbandono e annientamento della famiglia. I bambini sapranno comprendere e sopportare questa decisione o mancherà loro il papà? Vorrebbero rimanere nel loro ambiente abituale? Quando i bambini restano col papà, la mamma non può più controllare cosa accade. Già solo quest’idea può essere incredibilmente limitante.
Vergogna
All’inizio potrà sembrare che violenza sia stata un episodio occasionale. Non è mai stato così prima! Col tempo però si vede che lui non cambia. Uscire dalla situazione diventa sempre più difficile poiché significherebbe ammettere che la violenza è stata accettata e permessa troppo a lungo. La donna si vergogna di essere stata „tanto stupida“, di non avere saputo prevedere l’evoluzione dei fatti. Si sente umiliata essendo diventata vittima della situazione. Sembra dunque più facile far buon viso a cattiva sorte sperando che tutto si aggiusti.